Le 5 false credenze sulla laurea in scienze dell’educazione
Circolano davvero tantissime false credenze sulla laurea in scienze dell’educazione, ed è giunto il momento di smascherarle e di restituire la verità a coloro che scelgono di iscriversi a questo corso di laurea. Capita un po’ per tutti i corsi che per “sentito dire” alcune inesattezze diventano certezze granitiche nell’opinione generale. Ma in buona percentuale si tratta di falsi miti, di false informazioni messe in circolo per superficialità e a volte addirittura per gettare discredito nei confronti degli studenti e delle studentesse che scelgono determinati percorsi formativi. Pregiudizi, disinformazione, malafede, cosa c’è alla base delle fake news sugli studi universitari in scienze dell’educazione? Non ci importa saperlo, ci sta a cuore semplicemente smentire alcune bugie.
Laurea in scienze dell’educazione: la verità
Se sei uno studente o una studentessa di Scienze dell’Educazione sai già come stanno messe le cose, ti sarà già capitato tante volte di avere a che fare con persone che sostenevano le più grandi assurdità rispetto al tuo corso di laurea. Ti sarà capitato di dover smentire, contraddire, correggere quello che sostenevano con tanta foga, ma che si è rivelato praticamente sempre falso. Non ti preoccupare, non sei il solo a voler fare un’opera di divulgazione seria e che aderisca fedelmente alla realtà, per dire al mondo cosa realmente è il corso di laurea in Scienze dell’Educazione, e quello che viene portato avanti e offerto dalla facoltà di Scienze della Formazione a Chieti. Non sei solo perché ci siamo noi.
Abbiamo riscontrato cinque bugie ricorrenti sulla laurea in scienze dell’educazione e qui di seguito andremo a smascherarle.
La durata del corso di laurea in scienze dell’educazione
Ci è capitato più di una volta di sentir dire, da persone che ovviamente non frequentano la facoltà o il corso, che la maggior parte degli studenti dei corsi universitari in scienze della formazione e dell’educazione impiega da quattro a sei anni per terminare la triennale. Ma che razza di falsità è mai questa? Questo pregiudizio nasce dalla cattiveria di chi ha sempre screditato il corso di laurea come un corso a cui si iscrivono principalmente persone con poca dimestichezza nei confronti dello studio. Sappiamo che non dovrebbe essere necessario sostenere che non è così, perché è abbastanza ovvio che si tratta di un’informazione non veritiera.
Filosofia, psicologia, pedagogia, sono le materie che si affrontano nei primi anni di corso e solitamente con programmi approfonditi e di rilievo. Gli studenti che scelgono questo percorso sono alle prese con le normali sfide di tutti i corsi di laurea, con sessioni di esame che variano per difficoltà e intensità a seconda dei piani di studi e dei docenti, ma che non sono assolutamente più blandi di altri. E molti studenti, ispirati e soddisfatti dalla scelta fatta, completano gli studi nei tempi prestabiliti. Non c’è alcuna alta percentuale di studenti che si laureano fuori corso, non più che altrove.
La laurea magistrale in Scienze dell’educazione
Chi sceglie di studiare scienze dell’educazione non può dedicarsi a studiare nient’altro. Un’altra sciocchezza bella e buona. Gli studenti di scienze dell’educazione e della formazione possono scegliere diversi percorsi, sulla base delle proprie attitudini personali e dei propri interessi, maturati anche grazie alle discipline incontrate lungo il percorso di studio. Scienze pedagogiche, gestione dei servizi educativi, e altri percorsi specifici in ambito formativo e non solo possono ampliare il bagaglio di conoscenze apprese, integrarlo, renderlo più pratico e professionalizzante.
alcuni studenti scelgono di non proseguire con la laurea magistrale in scienze dell’educazione e optano piuttosto per master universitari di primo livello, che contribuiscono ad affinare la formazione dal punto di vista pratico e applicativo, per un’immediata spendibilità professionale.
Non si trova lavoro con la laurea in scienze dell’educazione
Ci vogliono almeno cinque anni per trovare lavoro nel settore. Questa è un’altra frase che spesso abbiamo sentito ripetere nei contesti più disparati. L’idea di fondo è quella che per lavorare nell’educazione si debba essere per forza insegnanti di ruolo, professori, docenti e con posizione stabili. Ma il mondo del lavoro, anche nel campo educativo, è vasto, flessibile e sempre più dinamico, sta crescendo il numero di persone che credono che sia meglio avere un lavoro modulabile sulle diverse esigenze della vita contemporanea. Liberi professionisti, formatori, responsabili di progetti educativi, e molte altre figure che necessitano di una formazione universitaria in Scienze dell’Educazione sono sempre più numerosi e sempre più richiesti in ambiti molto trasversali.
La falsa convinzione che ci vogliano cinque anni a trovare lavoro nasce da un dato incoraggiante, travisato e mal interpretato, ovvero che in media l’80% dei laureati trova lavoro dopo cinque anni dalla laurea. Le false credenze sulla laurea in scienze dell’educazione sono ridicole e lasciano il tempo che trovano, fortunatamente, dati alla mano, non sono difficili da smentire.
Lo stipendio del laureato in Scienze dell’Educazione
C’è chi si ostina a credere che lo stipendio dei professionisti laureati in Scienze Pedagogiche sia molto basso. Ma non sappiamo esattamente da dove sia nata questa leggenda. Certamente i tempi non sono facili per nessuno, e molti settori sono in crisi, ma altrettanto certamente il campo educativo non è quello più colpito dalle fluttuazioni e dai contraccolpi del triste e problematico momento che stiamo vivendo. Anzi, sappiamo per certo, grazie alle rilevazioni AlmaLaurea che gli stipendi dei laureati in Scienze dell’educazione non sono per niente bassi.
Soprattutto quelli che hanno scelto come indirizzo Gestione e programmazione dei servizi sociali possono vantare guadagni maggiori e anche maggiore stabilità nella posizione lavorativa. Ma non sono gli unici. Anche i laureati in Scienze dell’educazione degli adulti e formazione continua si attestano in ottima posizione con stipendi di base che partono dai 1200 euro netti, a salire a seconda dell’aumento di livello e di anzianità lavorativa.
Lavorare con Scienze dell’educazione: dove?
Chi dice che si possono fare poche cose con una laurea in Scienze dell’Educazione dovrebbe cercare di guardare oltre le fandonie che circolano libere nei corridoi e informarsi per bene, andando a cercare i dati statistici degli enti di ricerca che ribaltano completamente queste false credenze su scienze dell’educazione. Con una laurea in questo ambito disciplinare si possono aprire le porte di diversi contesti:
- Servizi sociali e personali (39%)
- Istruzione e ricerca (38%)
- Sanità (6%)
I laureati potranno inserirsi nelle comunità, nelle ASL e in altri enti per svolgere diversi ruoli e assumere diverse funzioni. Potranno collaborare nella progettazione e gestione di servizi dedicati al disagio psicologico, alla disabilità e al supporto educativo in età evolutiva o per la terza età.
Sono diversi e numerosi i progetti in cui laureati in Scienze dell’educazione e della formazione vengono inseriti nella pianificazione di progetti per di cure cognitive e funzionali a favore di soggetti che ne abbiano necessità.
La laurea in Scienze dell’educazione è requisito sempre più richiesto. Anche personale già avviato al ruolo ha scelto di formarsi e di conseguire la laurea che precedentemente non possedeva per rispondere alle richieste del mercato del lavoro, portando avanti il percorso universitario in parallelo con la professione. Ciò è stato reso possibile dall’impostazione didattica di alcune università, tra cui le università telematiche come l’Università Niccolò Cusano, che rendendo la formazione fruibile a distanza in qualsiasi momento ha permesso anche gli studenti-lavoratori di gestire l’onere formativo in piena autonomia e flessibilità. Un enorme vantaggio che consente di laurearsi gestendo i tempi e gli impegni di studio con maggiore libertà, senza rinunciare alla qualità della formazione e al prestigio di un titolo di studio dal respiro internazionale.
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