Punteggiatura: ecco come renderla impeccabile nella tua tesi di laurea
Questa sconosciuta! La punteggiatura della tesi di laurea è sicuramente un aspetto spesso lasciato in disparte, ed è un gran peccato per i futuri laureandi, per chi leggerà la tesi e per la lingua italiana in generale. Senza fare inutili polemiche, è incredibile che in Italia tutti sostengano di aver un libro pronto da pubblicare nel cassetto ma nessuno legge e, soprattutto, molti non sanno neanche scrivere bene. Al di là delle velleità degli aspiranti romanzieri in questo articolo ci concentreremo su coloro che si trovano ad affrontare la scrittura della tesi. Perché, anche se non aspirano a pubblicare un romanzo, dal testo che produrranno dipende le sorti del loro voto di laurea. Parleremo soprattutto di punteggiatura. Iniziamo.
Tesi di laurea: dalla prima stesura alla revisione
Prima di scrivere la tesi è bene avere già sulle spalle un allenamento alla scrittura. Di solito è così, perché durante i vari esami universitari vengono richieste prove scritte, tesine come esoneri di parte dell’esame e altri contributi testuali da redigere individualmente o in gruppo.
Per scrivere bene la tesi bisogna aver scritto e riscritto molte volte. La prima stesura del testo della tesi è la bozza dal quale partire, che potrai costantemente rimaneggiare, riverificare, e correggere all’occorrenza. La prima stesura può ammettere degli errori, perché bisogna sempre prevedere una fase di revisione della tesi.
Tra gli errori più comuni che ci capita di scorgere nelle tesi degli studenti che incontriamo ci sono quelli relativi alla punteggiatura. Di solito non ci rendiamo conto di quanto sia importante. Vediamo questi segni grafici tra parole, vagamente ne ricordiamo il senso e la funzionalità, fatta eccezione per l’onnipresente punto e la virgola (anche se rispetto a quest’ultima si vedono molti errori clamorosi). Per aiutarti ad usare una punteggiatura impeccabile ti suggeriamo come procedere alla scrittura della tesi usando correttamente tutti gli elementi di questo aspetto della grammatica italiana.
Punteggiatura tesi di laurea: ripasso generale
Il linguaggio contemporaneo, contratto e stringato dalla comunicazione istantanea tramite dispositivi digitali è sempre più condensato. La sua essenzialità si traduce a volte in una perdita di elementi, alcuni molto importanti. In questo articolo stiamo parlando di punteggiatura, e lo stiamo facendo soprattutto riferendoci ad essa all’interno di un processo di scrittura di grande importanza: la tesi.
I segni di interpunzione hanno due funzioni principali: didattica ed espressiva. Quest’ultima è quella che maggiormente conosciamo, della quale facciamo esperienza praticamente sempre e quotidianamente. Pensa ai punti di sospensione, ai punti esclamativi e ad altri abusi contemporanei di segni di punteggiatura inseriti a casaccio. A volte possono essere efficaci, per ravvivare una comunicazione, per essere maggiormente incisivi, ma molto spesso chi li utilizza non ne conosce la misura e le regole di utilizzo. Passi all’interno di una chat WhatsApp, per per la scrittura della tesi di laurea sarebbe inammissibile.
Nella tesi non dovrebbero comparire segni di interpunzione volti a esprimere emozioni, non usiamo in questo contesto la punteggiatura come segno emotivo. Ma possiamo comunque farne buon uso. Nel prossimo paragrafo ti aiutiamo a conoscere le regole basilari della lingua italiana rispetto alla punteggiatura, indicandoti quelle principali al fine di offrire una panoramica esaustiva da tenere a mente mentre devi scrivere la tesi.
Punteggiatura e ortografia: le regole base
Nell’elenco qui sotto indichiamo i vati segni di interpunzione e il loro utilizzo. Troverai regole semplicissime di cui probabilmente sei già a conoscenze e regole di cui non sapevi l’esistenza, o che hai dimenticato (come la differenza tra accento grave e acuto). Fanne buon uso per la tua tesi di laurea. Un’ortografia ben curata è un trampolino di lancio per un voto di laurea più alto.
Punto: il punto è uno dei principali segni di interpunzione. Senza di esso non esisterebbe la frase come unità. Scandisce l’inizio e la fine. Si utilizza per andare a capo e subito dopo di esso la parola che lo segue dev’essere scritta con la lettera maiuscola. Non si usa negli elenchi puntati (raccomandazione che non tutti hanno ben presente), né nei titoli di capitoli e/o paragrafi.
Virgola: La frase, o periodo, è delimitata dal punto. All’interno del periodo si può utilizzare un altro segno grafico, la virgola, per creare altre pause. Non si usa assolutamente tra soggetto e verbo (prova per renderti conto di quanto “suona male”), mentre si devono inserire tra virgole le congiunzioni (è una buona norma, ma non viene utilizzata sempre).
Due punti: è un avvertimento. Si dice al lettore: c’è qualcosa di importante (ecco, abbiamo appena dato esempio pratico del suo utilizzo). Questa tipologia di punteggiatura per la tesi viene utilizzata soprattutto dove si debba inserire una lista numerata, oppure un elenco di cose. Vengono utilizzati i due punti per introdurre il discorso diretto, seguito da virgolette.
Punto e virgola: Sai che si dice che stia scomparendo? Ed è un vero peccato, perché il punto e virgola ha una valenza notevole. Trovarlo nel testo della tesi spesso fa pensare di avere di fronte uno studente o studentessa che ha ottima dimestichezza con le regole della scrittura, e questo suscita sicura ammirazione e soddisfazione. Più breve di un punto e più lungo di una virgola, il suo uso tradizionale prevede di inserirlo per dividere le parti di un elenco maggiore di tre elementi, ma non è l’unico uso che se ne fa.
Puntini di sospensione: i famigerati puntini di sospensione, amici di tutti gli amanti del Buongiornissimo Cafèèè!?!11!!1?1 Speriamo proprio che tu che stai leggendo sia al corrente del fatto che i puntini di sospensione da utilizzare devono essere tre e soltanto tre, sempre! Servono per suscitare un senso di indeterminatezza. Non compaiono spesso nelle tesi di laurea, ma possono essere frequenti nelle trascrizioni delle interviste.
Punto esclamativo: enfatico, d’impatto, forte, il punto esclamativo esprime sorpresa e cattura l’attenzione di chi legge. Ma in un tipo di scrittura accademica, all’interno di un saggio o un articolo è difficile imbattersi in questo segno grafico, che invece è frequente nella scrittura pubblicitaria.
Virgolette: si usano sempre in coppia, ed è un classico segno topografico utilizzato per distinguere citazioni di altri testi o estratti di un dialogo. All’interno delle regole su come scrivere la tesi spesso compaiono indicazioni utili su come inserirle, con le varie differenza tra virgolette, caporali e altre tipologie frequenti.
Accenti: si deve distinguere tra accento grave e accento acuto. Il grave indica il suono aperto delle vocali o largo, mentre l’acuto il contrario: suono chiuso o stretto. La mancanza di accenti viene notata soprattutto nei casi in cui questo sia presente di regola. Ma la maggior parte delle parole italiane non viene accentata.
Apostrofo: se la parola termina per vocale non accentata e la parola successiva inizia anch’essa con una vocale si può procedere a eliminare la vocale terminante della prima parola. Accade di frequente con gli articoli (ad esempio: l’amica e non la amica). Si usa anche per il troncamento di alcune parole, come po’ per indicare poco.
Ecco qui, gli abbiamo fatto una panoramica delle regole di scrittura soprattutto riguardanti la punteggiatura della tesi, speriamo che la tua esperienza di elaborazione del testo finale sia ricca di entusiasmo e di soddisfazione. Terminare il proprio percorso di studi coronandolo con una tesi ben scritta, che renda merito alle tue competenze, è sicuramente il modo più bello per concludere in bellezza. E 110 e lode sia! Te lo diciamo con il punto esclamativo.