Cosa studia la teoria psicoanalitica?
Non è semplice scrivere un articolo per spiegare cosa studia la teoria psicoanalitica. Si tratta di una teoria enorme, complessa, stratificata, un grande pilastro, non solo della cultura occidentale ma della coscienza stessa, e della possibilità per la coscienza di pensare e conoscere sé stessa. Chiunque intraprenda studi nel settore deve conoscerla in modo approfondito. Questa guida vuole essere soltanto una breve e sintetica panoramica, che rimanda a studi più dettagliati ed esaustivi. Ad esempio, se vivi a Chieti l’università in Psicologia può essere una buona scelta. Se già hai intrapreso studi universitari in Psicologia è impensabile che tu non sappia di cosa stiamo parlando, per tutti gli altri ecco qualche informazione in più.
Teoria psicoanalitica: che cos’è
Come avrai notato la parola psicoanalisi è formata dalla crasi di due parole unite insieme: psiche, che in greco significa anima o mente, e analisi. Da questa prima informazione è semplice dedurre che la psicoanalisi è la disciplina che si occupa di analizzare e trattare disturbi di natura psicologica. Lo fa, però, partendo e prendendo in considerazione il concetto di inconscio come punto di partenza.
Non possiamo parlare di teoria psicoanalitica senza parlare di Sigmund Freud, il famoso neurologo che diede vita e dedicò tutta la sua carriera all’approfondimento di questo pensiero e questi studi. Freud pensava che le persone potessero migliorare la propria condizione psicologica attraverso la consapevolezza dei pensieri non coscienti che restavano in qualche modo “sepolti” nella memoria, in quella dimensione chiamata, appunto, inconscio.
La prima volta che Freud parlò in un contesto ufficiale di psicoanalisi fu nel 1896, in due articoli in cui si dedicò al resoconto delle proprie ricerche. Nel corso del Novecento la psicoanalisi divenne un pensiero sempre più elaborato e complesso, che fu anche soggetto a pesanti critiche.
Alcuni fanno risalire la nascita della psicoanalisi a un anno prima, il 1895, data della prima interpretazione di un sogno, fatto dallo stesso Freud. L’analisi del sogno è un vero e proprio caposaldo del metodo psicoanalitico. L’utilizzo del termine all’interno degli articoli, e la sua già spiccata sensibilità per le metodologie e l’approccio cambiano per sempre la vita del neurologo e di tutta l’umanità.
Psicoanalisi e inconscio
Come abbiamo già detto, uno degli elementi più rilevanti del pensiero freudiano e del pensiero moderno è l’elaborazione del concetto di inconscio. La storia della psicologia e la storia del pensiero occidentale in generale ci rammentano che il XIX secolo era un’epoca contraddistinta dal positivismo, che metteva l’accento sulla possibilità individuale di controllo razionale della conoscenza di sé e del mondo.
All’interno di questo scenario opera Freud, che ribalta questi assunti dati per certi suggerendo che la convinzione di poter controllare la realtà è una pura illusione. Questo pensiero, che adesso ci sembra così scontato e ovvio, ha davvero scosso le fondamenta del pensiero occidente. Freud ha mostrato come la comprensione e il controllo totale non siano effettivamente praticabili, e come le ragioni dei nostri comportamenti siano in realtà lontane dai pensieri coscienti e razionali con i quali li giustifichiamo. Immagina quanto può essere stata sconvolgente la portata di questi pensieri.
È come se all’improvviso qualcuno avesse svelato ad ogni individuo la presenza di una cantina segreta sotterranea, in cui sono nascosti i fili che tessono la trama delle nostre scelte e quindi della direzione della nostra vita. In realtà la mente è composta da più livelli, e la cantina non è che uno di questi. Ci sono pensieri non disponibili nell’immediato, perché non sono coscienti, quindi sono del tutto dimenticati ovvero inconsci. Da qui emanano una serie di atteggiamenti, azioni, comportamenti, messi in atto senza passare il vaglio della coscienza.
L’inconscio Freudiano non è fisso e immobile, non è dato così una volta e per sempre, anzi, è dinamico e in costante conflittualità, in quanto è la sede delle pulsioni, dei desideri e inoltre innesca processi per difendere il contenuto che custodisce, causando ad esempio la rimozione a livello cosciente.
La logica dell’inconscio
La teoria della psicoanalisi freudiana è una teoria dell’inconscio, pertanto dobbiamo trattenerci su questo concetto ulteriormente, questa volta per raccontarne le logiche. L’inconscio secondo Freud ha una propria logica connessa ai processi primari, quelli regolati esclusivamente dal principio del piacere. Le pulsioni o desideri sono tesi alla scarica immediata di piacere, attraverso un’azione nel mondo esterno oppure attraverso un processo di “sublimazione” simbolica (questa non è la definizione corretta di Freud) come avviene nell’allucinazione onirica.
Le pulsioni spostano l’energia di cui è investito il contenuto mentale inconscio o la rappresentazione a un altro, creando condensazioni tra più rappresentazioni o vari spostamenti. L’inconscio, inoltre, è caratterizzato dalla parte infantile dell’adulto, che resta all’interno dell’individuo. Nei sogni queste condensazioni di rappresentazioni si manifestano e inducono alla comprensione della vita inconscia, in quanto sono pieni di contenuti che arrivano direttamente da lì.
Freud parla ampiamente della funzione dei sogni ne L’interpretazione dei sogni di Freud, il testo in cui dedica ampio spazio all’argomentazione dell’esistenza dell’inconscio, in cui parla del significato psicoanalitico dei sogni e della tecnica necessaria per avere un accesso al contenuto onirico rimosso, per trarne il senso attuale. Uno dei meccanismi di funzionamento più rilevante per l’inconscio è la rimozione. Freud sosteneva che i pensieri e le esperienze dolorose erano “cancellate” dalla coscienza perché troppo penose, e quindi rimosse dalla mente. Queste rimozioni entrano a far parte dell’inconscio, ma a sua volta il processo di rimozione è totalmente non-cosciente, non dipendente da volontà.
Oltre a questa dimensione, Freud riconosce la presenza di un preconscio, uno strato della coscienza a cui è possibile accede con minore difficoltà, poiché si trova al confine tra conscio e inconscio. È quello che viene molto spesso chiamato subconscio, rifacendosi alla traduzione anglosassone, in molti contesti ancora utilizzato.
I concetti fondamentali della psicoanalisi
Il ruolo dell’inconscio, come abbiamo visto, è centrale. Ma ci sono altri concetti ed elementi di fondamentale importanza all’interno della teoria della psicoanalisi. Uno lo abbiamo già illustrato, ed è la rimozione, a questo possiamo aggiungere il concetto di conflitto e quello di pulsione, che vengono argomentati dalla metapsicologia da tre punti di vista diversi:
- il punto di vista dinamico
- strutturale
- economico
Il punto di vista dinamico vede i fenomeni psichici come il risultato del conflitto che intercorre tra forze in opposizione o contrato che arrivano a escludere dalla coscienza alcune esperienze, riflessioni, contenuti che confluiscono nell’inconscio, accanto al quale troviamo preconscio e coscienza.
il punto di vista strutturale ripartisce le dimensioni in Es (inconscio), Io (la sede del pensiero razionale) e Super-Io (sede delle istanze morali e dei valori).
Il punto di vista economico sostiene l’esistenza di diverse energie psichiche, che sono in continua trasformazione in quanto non possono essere del tutto distrutte o create dal nulla.
Sigmund Freud e la teoria della psicoanalisi
In questo articolo abbiamo cercato di capire cosa studia la teoria psicoanalitica, ma ti sarai reso conto che non si tratta di un compito facile. Freud, medico e fondatore della psicoanalisi è partito da una formazione medica, e in seguito ha cercato di trovare correlazioni tra le sue riflessioni.
Grazie a questa sua intenzione è riuscito a individuare connessioni e relazioni tra la visione dell’inconscio, la rappresentazione simbolica dei processi reali e le strutture fisiche della mente e del corpo. Questa scoperta inserisce a buon diritto Freud tra i grandi pensatori del Novecento e soprattutto tra le menti che hanno innescato la rivoluzione della mente nel Novecento.
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