Come fare una tesi sperimentale in giurisprudenza: consigli e linee guida
Questa guida nasce per aiutarti a capire come fare una tesi sperimentale in giurisprudenza. Studiare diritto non è stato di certo una passeggiata, tra terribili notti insonni prima dell’esame e grandi soddisfazioni stai per raggiungere la meta. La fase di elaborazione della tesi è delicata quanto quella che l’ha preceduta, sarà fatta allo stesso modo: impegno e dedizione. Ma ne verrai fuori a testa alta, con un lavoro personale da poter valorizzare e una laurea con il massimo dei voti.
Guida alla realizzazione di una tesi sperimentale in giurisprudenza
Conosci già la distinzione tra tesi sperimentale e compilativa? La prima è il frutto di una ricerca individuale o il resoconto, supportato da una base di analisi teorica, dell’esperienza personale. All’interno dell’ambito accademico viene spesso data l’opportunità agli studenti dei corsi di laurea in Giurisprudenza di fare tirocinio, per imparare sul campo il mestiere della legge. Questa è una buona occasione per iniziare a studiare un caso specifico e farlo diventare argomento della tesi in diritto.
La tesi compilativa è più “classica”. Spesso viene strutturata come una rassegna di studi e teorie su un determinato argomento. Si chiama compilativa proprio perché è come compilare una lista (approfondita nei vari punti e passaggi) di studiosi, teorie e applicazioni di un tema, che può riguardare il diritto di qualsiasi tipo (a seconda delle preferenze maturate durante gli studi)
Ora che abbiamo chiarito la differenza addentriamoci più in profondità sulle questioni riguardanti l’elaborazione e la stesura della tesi in materie giuridiche, caratterizzata da aspetti peculiari diversi da quelli delle altre discipline. In questa guida affronteremo alcuni aspetti:
- La scelta dell’argomento
- Le fasi del lavoro
- Le regole per la stesura
- La struttura della tesi
Avrai così tanti buoni consigli che ti sentirai da subito sostenuto in questa grande impresa. Allora iniziamo!
Argomenti per tesi di laurea sperimentali in diritto
La tesi di laurea nasce da un’iniziativa personale dello studente. Anche se può capitare che alcuni professori rifiutino determinati argomenti (perché già abbondantemente trattati da altri) è molto più frequente assistere a reazioni di docenti entusiasti di sapere che ci sono ancora persone che vogliono fare tesi sperimentali in procedura civile o in altre branche della disciplina. Insomma, anche per loro è una ventata di freschezza, per cui se ti è balenata questa idea non la mollare.
Però ci sono alcuni accorgimenti che non devi perdere di vista, neppure se hai trovato un tema scottante e di sicuro interesse:
- L’argomento dev’essere validato da requisiti di scientificità
- Il tema trattato dev’essere specifico e non generico
- Le fonti di studio vanno sempre scelte con cura
Se il tuo argomento è così sperimentale che non può essere correlato a degli studi di base valuta con attenzione in che territorio ti stai per addentrare. Parla con il tuo relatore del tuo progetto e fatti consigliare come procedere.
A volte può essere un bene non avere troppe fonti alle quali dover attingere, riducono il senso di dispersione e confusione. Fai la tua ricostruzione della sperimentazione effettuata, strutturala per trarre da essa gli spunti necessari a indagare gli aspetti del diritto di relativo interesse.
Ad esempio: una tesi in diritto civile studierà la disciplina che regola i diritti di un individuo e i rapporti tra privati. I casi specifici da studiare possono essere tanti: dal testamento biologico, alla paternità responsabile, fino all’amministrazione condominiale. A seconda del campo in cui ha fatto esperienza puoi rifarti ad altri prima di te che hanno individuato criteri di studio, analisi e gestione della materia.
Fai attenzione a scegliere sempre con occhio critico le fonti, fai in modo che siano affidabili e certe.
Il prototipo di una tesi in giurisprudenza
Questi consigli sono validi per tutti, sia per chi sta per scrivere una tesi compilativa sia per chi, come te, vuole comprendere come fare una tesi sperimentale.
Hai già scelto l’argomento, allora adesso devi approfondirlo. Sarà la tua materia d’elezione pertanto preparati a conoscerla il più possibile, partendo dai testi e dai manuali di diritto della branca specifica fino a giungere a documenti o testi più particolari e specifici sul caso in questione.
Le fonti non vanno soltanto trovate e scelte, ma vanno anche analizzate. Durante questa fase puoi seguire questi passaggi:
- Raccolta di appunti e materiale
- Preparazione di uno schema ipotetico
- Perfezionamento dello schema e prima stesura
La lettura dei testi che avvalorano il tuo lavoro di tesi sperimentale ti guiderà nella comprensione di una struttura logica e comprensibile del discorso. Avrai sottomano altri lavori scaturiti da un processo analogo a quello che stai sperimentando, la teorizzazione di una ricerca. Vedrai con i tuoi occhi come si espone un lavoro individuale in ambito giuridico: introduzione, esposizione, teorie in linea, teorie in antitesi, conclusioni.
Ci possono volere anche alcuni mesi per scegliere l’argomento del progetto di tesi e per iniziare a strutturarlo, per cui ti suggeriamo di iniziare a guardarti intorno appena ti mancano due o tre esami. La scelta del relatore ti aiuterà a rendere più concrete le idee e a non disperdere le energie nell’ultimo periodo della tua formazione universitaria.
In ogni caso la struttura della tesi in giurisprudenza ricalca in parte quella di altre facoltà:
- Introduzione
- Capitoli
- Cenni conclusivi
- Bibliografia
- Allegati o appendice
Tutto questo lavoro è necessario per presentare i risultati della tua ricerca. Cura ogni aspetto e non avere fretta.
Tesi sperimentale in giurisprudenza: le regole
Hai fatto già un ottimo lavoro, insieme al tuo relatore avete approvato la struttura della tesi e stai procedendo a scrivere i vari capitoli, passando in rassegna gli appunti presi durante l’analisi delle fonti e sul campo. Ma noi vogliamo darti qualche altra dritta sulla corretta stesura, perché tu possa fare un lavoro degno di nota, capace di rimanere impresso alla commissione per strapparle il massimo dei voti.
Ecco cinque regole per scrivere ad arte la tua tesi sperimentale:
- La chiarezza espositiva prima di tutto
- Equilibrio nella trattazione dei vari capitoli
- Evitare personalizzazioni eccessive
- Utilizzare citazioni, ma non abusarne
- Citare le fonti, sempre
Ovviamente da te non si sia aspetta uno stile letterario, ma una correttezza nell’esposizione è fondamentale. Sei tu che hai condotto la ricerca e che hai sviluppato una riflessione a riguardo. Non dare per scontato che la commissione, compreso il tuo relatore, sappiano di cosa stai parlando. Spiegalo nel dettaglio, con linguaggio semplice, ma senza ripetizioni.
Mantieni la stessa lunghezza per ogni capitolo, un lavoro gradevole ed efficace lo si riconosce anche da una buona formattazione e impaginazione del testo.
Se è pur vero che sei tu autore della sperimentazione e del discorso che ruota intorno alla tesi non calcare la mano parlando eccessivamente di te e del tuo ruolo. Stai trattando una materia con le sue regole ed è all’interno di questo argomento che il tuo lavoro assume ragione d’esistere.
Per questo è sempre interessante leggere le citazioni che incorniciano la tua tesi sperimentale in giurisprudenza, perché dimostrano che questo progetto si iscrive all’interno di un filone ufficiale e importante per la disciplina giuridica. Le fonti sono importanti, tanto quanto il tuo contributo.
Con questi suggerimenti sei pronto a iniziare un lavoro che si rivelerà formativo sotto molti punti di vista. Imparerai a scrivere una tesi, a studiare e citare le fonti correttamente e ad apportare, con il tuo contributo, nuova linfa a materie classiche che necessitano di sperimentazione e innovazione.